"Bran, il castello di Dracula" Mario Pastelli | ||
per ascoltare il racconto... voce narrante Mario Pastelli | ||
Mi chiamo Mario Pastelli, amo viaggiare e all'inizio del 2020 avevo in programma di andare in Indonesia; lo scoppio della pandemia ha evidentemente frustrato la lodevole intenzione.
Passato un anno, nell'Aprile del 2021, passeggiando con il cane incontro un amico con il quale scambio conversazioni su vari argomenti e così fra una chiacchera e l'altra lo faccio partecipe del mio viaggio mancato; egli allora mi suggerisce una meta che non avevo mai inserito nei miei possibili viaggi, una meta più abbordabile in Europa, i Castelli Sassoni della Transilvania.
La pandemia sembrava attenuarsi, grazie ai vaccini nel frattempo resi disponibili, così decido di approfondire gli aspetti più interessanti del viaggio e naturalmente non posso non imbattermi nel tenebroso e terribile racconto di Dracula di Abrahm Stoker.
Lo scrittore, che non ha mai visitato la Romania, ambienta la storia del vampiro in un castello la cui descrizione sembra adattarsi perfettamente al Castello di Bran, nelle vicinanze delle Città di Brasov, ed è così che tale Castello diventa automaticamente per tutti la dimora del conte Dracula.
Si associa sempre Dracula al Principe di Valacchia Vlad 3°, figlio di Dracul, da qui il patronimico di Vlad 3° Dracul. Vlad 3° è passato tristemente alla storia come Vlad Tepes, cioè Vlad l'impalatore, per la "graziosa" usanza di giustiziare i nemici con la tremenda pratica dell'impalamento.
Non è da escludere che il Principe nemmeno mai abbia visitato il Castello di Bran e che quindi l'associazione di Stoker di Vlad 3° con il vampiro Dracula e il relativo castello sia solo un frutto della sua fantasia.
Intraprendo il viaggio e faccio conoscenza con una brava e simpatica guida di nome Julian che con dovizia di particolari mi suggerisce invece che il famoso "vampiro" realmente esistito sia stata in realtà una donna,la contessa ungherese Elizabeth Bathory.
La storia è nota, ma personalmente ne ero all'oscuro.
La simpatica Signora è considerata la più "prolifica Serial Killer " della storia umana; sembra infatti abbia mietuto 650 vittime nel corso della sua esistenza. Il riscontro si riferisce a un diario ritrovato durante la perquisizione della casa della Contessa, fonti storiche più accreditate ridimensionano tale numero da 100 a 300, che, nella sostanza, nulla toglie alla fama sinistra della graziosa Contessa.
Cosa spinse la Contessa a compiere così tanti efferati delitti? La contessa, degna moglie di un marito altrettanto crudele, aveva da sempre torturato e ucciso, anche per i più futili motivi, serve e contadine, nelle più svariate e crudeli maniere; la fama "vampiresca" le si attaglia addosso quando scopre, o è indotta a credere, che il sangue, altrui naturalmente, concedeva una sorta di longevità e giovinezza.
Secondo la mia informata guida, si dice che un giorno mentre si intratteneva con una delle sue vittime, una goccia di sangue le finì sul braccio: notò che la goccia le sbiancava la pelle e la rendeva più liscia e setosa.
Comiciò cosi a immergersi nel sangue delle vittime, procuratele belle, giovani e preferibilmente vergini, non disdegnando altresì di abbeverarsi del fatale liquido.
Con il crescere delle uccisioni, i complici servitori della contessa gettarono i corpi fuori le mura del castello e il ritrovamento dei resti delle giovani vittime, manifestamente diafani, nella credenza popolare fece credere che fossero state vittime di vampiri, e ciò fece nascere la leggenda.
E' chiaro che nel tempo la storia così torbida e inquietante si sia arricchita di particolari, ora modificati, ora aggiunti, ora totalmente inventati; risulta tuttavia certo che nel 1610 la contessa ungherese fu alla fine condannata, non però per vampirismo ma per stregoneria, dopo aver tentato di uccidere ragazze anche di nobile famiglia. Cosa tradì la nostra nobile signora? forse si era spinta troppo oltre, in fondo contadine, serve, popolane erano di poco conto, chi dava retta alla povera gente! ma fanciulle di nobile famiglia, diamine , il discorso è diverso evidentemente! In verità non è improbabile che tra le motivazioni dell'arresto, avvenuto in seguito alla denuncia del cugino della contessa Gyorgy Thurzo, non ci fossero solo sospetti o certezze delle pratiche della contessa, ma anche la mira del Conte Thurzo di impossessarsi del notevole patrimonio che la Bathory, da tempo vedova, aveva accumulato.
Furono trovati numerosi corpi senza vita nel Castello e la bella Contessa fu condannata a morte, insieme ai suoi complici serventi, dal Re Mattia 2, a sua volta molto interessato al suddetto patrimonio. La condanna per la Contessa venne poi commutata, su suggerimento del "disinteressato parente" in segregazione perpetua, chiusa nella camera da letto del suo castello, probabilmente con l'ausilio di sola acqua e scarsi viveri fino allo sfinimento che la portò alla morte avvenuta il 21 Agosto 1614. Aveva 54 anni.
Ancora oggi alcune persone affermano di vedere il fantasma della contessa aggirarsi nei dintorni del castello ove morì, mentre vaga alla ricerca di sangue nella notte.
Leggenda o ...?
Ma Stoker, da cosa ha tratto ispirazione per il suo racconto? Forse può darsi che conoscesse la storia della Bathory e in qualche modo l'abbia associata al Principe Vlad Tepes, peraltro vissuto 129 anni prima della contessa, avendo i due personaggi conquistato fama di demoniaci sanguinari, seppur per ragioni diverse. Non lo sapremo mai se non chiedendoglielo.
Mi periterò di farlo nell'aldilà!
Queste vicende, raccontate sommariamente, chissà che non inducano chi ascolta o legge ad approfondire la storia di quegli eventi e la storia di quei popoli.
Infine confido caldamente che il fantasma della contessa non abbia a risentirsi dall'aver rievocato le sue esecrabili gesta e che nel suo vagabondare notturno, magari fuori dai confini delle sue terre, non sia attratta anche dal mio sangue; per precauzione mi preme sottolineare e segnalare alla insonne signora, che sono un uomo, ho 75 anni, non sono più vergine e soprattutto di aspetto decisamente poco grazioso!
Brescia, 28 gennaio 2022, Mario Pastelli